broken

Quando si rompe qualcosa, senti un rumore secco nel silenzio, è come se il tempo rallentasse per un instante per poi tornare all’improvviso con una fitta al petto, un urlo silenzioso. Smetti perfino di respirare dal dolore, ti appoggi alla prima cosa che trovi per non cadere, si spengono le luci, aumentano i battiti cardiaci e cerchi a stento di riprendere fiato. Inizi a sudare ed avere caldo, si secca la gola non riesci a parlare e le lebbra scarne. Quando si rompe una persona lotti contro il dolore ed il cambiamento, contro il tuo stesso volere, contro la natura della tua anima e non fai altro che incolpare te stesso per quello che è successo, poi col tempo che non ripara niente , ti abitui al dolore, alla carenza, alle dune del tuo cuore, alle mancanze. Non dormi di notte, bevi di più, esci di meno, parli di meno, vivi con cautela con la consapevolezza che il prossimo colpo é spre dietro l’angolo.

Guerriero

Questa è una storia di quelle che non racconti mai di solito, un racconto che parla di un ragazzo che a un certo punto della sua vita decide di lasciarsi andare, aveva bisogno di ritrovare la luce dentro quella pietra, anche se era nera come il corvino. Il ragazzo regalava alibi ai suoi assassini, rendendosi complice, confuso tra lealtà e bugie. Un bel giorno però una dea gli regaló una seconda pelle, divenne un guerriero d’acciaio, divenne quel fiore di loto che cresceva tra le rocce, per non essere più scalfito. Tra gli assi del tempo bruciava più del fuoco sopravviveva a qualunque cosa, era finalmente un guerriero senza lame fatto di pura luce convivendo con il fatto che ho una parte di sé non sarebbe mai più tornata indietro, non sarebbe mai stata recuperata, un ragazzo che è cresciuto troppo in fretta, che un giorno ha preso la sua vita ed ha scelto di restare davanti a quello specchio chiudendo con un lucchetto d’acciaio la sua carne scegliendo il dolore e la resistenza all’abbandono di se stesso.

Messaggio che forse invierò 

Ehi… 

Ciao, non ci siamo sentiti più, ma non ti preoccupare, non importa, sto cercando di andare avanti, questa cosa purtroppo mi è sfuggita di mano, avevi ragione quando mi dicevi che non bisognava fidarsi a prescindere, ora so a cosa ti riferivi. Mi spiace sia finita così tra noi, non perché sia davvero iniziato qualcosa di serio, ma perché mi piaceva quello che c’era e basta. Forse ti sarai spaventato dei miei sentimenti, ma ti ripeto era solo affetto, la colpa è stata mia perché mi sono messo in un gioco più grande di me, senza pensare alle conseguenze. Sono stupido è ancora immaturo in queste cose ma prima o poi imparerò. Ti volevo però chiedete un favore. Ti prego se mi incontri non salutarmi, perchè per me equivale ad una speranza che so che non potrà mai esistere quindi per favore evitami almeno all’inizio.

Che faccio lo invio? O continuo il silenzio fino alla morte?

come saprei 

Devo smettere di pensarti, devo smettere di lottare contro i mulini a vento, devo cominciare a spegnere questi sentimenti maledetti che sopprimono i miei pensieri e mi rendono dannatamente fragile. Odio essere sempre dipendente da qualcuno o da qualcosa, mi fa sentire debole e Stupido, impotente negli avvenimenti e nelle decisioni. Anche se come saprei amarti io nessuno saprebbe mai, devo trovare il modo per lasciarti andare, non posso sempre difendere le cause storte, i sentimenti non condivisi, le parole non dette per la maledetta paura. Paura poi di cosa? E poi, se ti scrivo mi manchi tu mi dici: non sapevo cosa scrivere…

La gente

La gente odia, perché odiare è sempre più facile. La gente dimentica, perché ricordare a volte può far male più della morte, la gente giudica, perché conoscere a volte è troppo impegnativo. La gente non sa davvero cosa ci può essere in un cuore,perché il cuore è immenso più della mente la mente può avere prigioni, labirinti, giardini segreti, il cuore no, il cuore ha mondi infiniti dove nascondiamo tutto, anche noi stessi, ci nascondiamo quelle persone che abbiamo amato ma che adesso ci fanno male, ci nascondiamo le persone a cui teniamo e i sentimenti dolorosi che Per troppo tempo abbiamo sopportato, vi sono vie che ancora non conosciamo, ancora non percorriamo, ci sono deserti aridi dove prima c’erano primavere fiorenti, castelli fatati e draghi che sputano fuoco, in un cuore ci può essere tutto, ma talvolta niente, perché se non riempito si è vuoti dentro.

il mostro

Nella mia vita non mi sono mai sentito all’altezza, sempre mediocre o giù di lì. Quando ero ancora un bambino conobbi il silenzio e avendo paura di questo strano pianeta decisi di rinchiudere i miei pensieri dentro la mia stanza. Trascorrevo ore ed ore all’interno di una gabbia d’oro a fantasticare di come potrebbe essere bella la vista da lassù, immaginavo, sognavo, speravo. Poi in un qualunque giorno d’estate tutto cambiò repentinamente. Fui catapultato nella vita reale degli adulti con l’inganno e meschinità mettendomi in bocca la loro violenza. Cambiai al di fuori cercando di preservare quello che dentro era rimasto ancora in vita. Pian piano con il tempo qualcosa ogni tanto da dentro urlava e voleva uscire fuori, a volte mi lacerava la carne pur di evadere da quella prigione. Ad oggi il mostro è sempre lì giace in dormiveglia, con il tempo abbiamo convissuto l’ansia di convivere e sopravvivere, abbiamo imparato entrambi che non ci si può mai fidare di nessuno se non di noi stessi, perché la gente ti farà soffrire sempre se ti aspetti qualcosa, se ti aspetti del calore avrai un perenne inverno. Il mostro è ancora qui, di notte vorrebbe uscire, non so dove, credo che cresca con la paura, me ne accorgo a volte di come mi guarda e mi giudica, il mostro non mi abbandona mai, sentirsi mai abbastanza porta anche a questo.

Pene d’amore cedesi

Non è mai bello sentirsi trascurati dalla persona che ti piace, soprattutto se già di per se non lo si è abbastanza.
L’ho sempre trovata una mia debolezza, un difetto congenito del cuore, il mio, sparso come petali rossi sopra un letto di lenzuola di canapa.
Non so perché ma col tempo ho capito che sono uno stupido testardo, cerco sempre quello che non c’è nell’isola sbagliata. Le isole sono diventate aride e non hanno più quella sabbia dorata d’un tempo, le piante non crescono più rigogliose tranne i frutti del malevole pensiero.
Ho pensato tante volte a fare c:/ format e ci penso troppo continuamente, ultimamente. Non mi piace, perché non sono mai stato uno che si arrende all’inevitabile ma forse crescendo si perde davvero quella magia dentro che non ti fa credere più a niente e diventi tu stesso un’isola arida, eppure basta così poco per splendere di nuovo, una piccola e umida pioggia tropicale potrebbe salvarne molte se solo si facessero piovere… E allora qual’è davvero questo senso nello scorrere, nel fluire da parti illogiche a quelle razionali, come può una mente condizionare perfino il sentimento o una cosa così vergine come un’emozione a tal punto ? Forse sono rimasto solo io stupido e tutti gli altri si sono evoluti.

Non solo questo

Non sono solo questo, non mi alterno tra il piacere e il non piacere, perché vi è sempre qualcosa nel mezzo. C’ è un fiore tra il germoglio e il frutto, un grigio tra il bianco e il nero e c’è un’ anima tra un bambino e un adulto. Una rivolta non inizia mai da un singolo evento ma una serie di essi così come la mia anima fluttua tra una dolce canzone e un malinconico pensiero. La notte è ancora lunga e c’è ancora tanto tempo tra essa e il giorno .

Luci diverse

Non ho mai amato le luci forti, quei bagliori distanti di cui vedi la bellezza ma non ne senti il calore. Sono piene di colori, sfavillano e si distinguono come nessuna. No, io preferisco quelle luci fioche, quelle tenere luci che con il loro calore scaldano gli animi e illuminano L’essenziale di una stanza, facendo sí tante ombre, ma senza renderle pericolose. Quelle luci piccole che più ti avvicini e più ti scotti, di pochi essenziali colori ma di grande rivalsa.